Fonte: Riflessioni * |
Ben distante dalle 2.500 calorie dell’americano medio. La ricerca del dr. Leaf sollevò un polverone di critiche perché contrastava nettamente con la letteratura scientifica di quei tempi, dove appunto l’alimentazione veniva considerata come la base della longevità sul principio: “Più mangi, più vivi”. Sono passati quasi 40 anno e finalmente gli scienziati hanno trovato la prova scientifica a fondamento della ricerca del dr. Leaf. Un equipe dell’Università Cattolica di Roma (istituti di Patologia e di Fisiologia) ha scoperto l’esistenza di una molecola (chiamata Creb1) che si attiva con una dieta a basso contenuto calorico e il suo compito consiste nel guidare altri geni importanti per la longevità e per il buon funzionamento del cervello. In verità l’osservazione, negli ultimi anni sempre più avvalorata da numerosi risultati sperimentali, aveva già collegato l’obesità ad un rallentamento e ad un invecchiamento precoce delle funzioni del cervello (le sinapsi dei neuroni funzionano sempre peggio), così come avviene con malattie tipiche della terza età, dalla demenza senile al Parkinson. Al contrario, la restrizione calorica (nella giusta misura) mantiene giovane il cervello. Lo rende più attivo. Ma i “pulsanti” molecolari che governano gli effetti positivi della dieta sul cervello erano finora ignoti. La molecola individuata dal gruppo di scienziati della Cattolica apre più di uno spiraglio. Non a caso Creb1 regola normalmente importanti funzioni cerebrali come la memoria, l’apprendimento e il controllo dell’ansia. E la sua attività diminuisce, o viene compromessa, proprio dall’età che avanza. La restrizione calorica potenzia la capacità delle sinapsi dei neuroni di memorizzare le informazioni e molto altro. Tali azioni benefiche sono proprio mediate da Creb1. Quante calorie allora? Gli scienziati dicono un 30% in meno di quelle normalmente consigliate, quindi su un’alimentazione di circa 2.000 calorie, stiamo parlando di 1.400 calorie al massimo. Il dato conferma in pieno la ricerca del dr. Leaf. Questi popoli ‘primitivi’ istintivamente mangiano poco (abbiamo detto 1.200 – 1.500 calorie) e vivono fino a cent’anni in modo sano e naturale, arrivando addirittura in alcuni casi a oltre 150 anni! Ancora una riflessione importante: gli scienziati concludono quindi che dovremmo lasciare nel piatto il 30% del nostro cibo (sono proprio queste le parole da loro usate). Nello yoga, in un testo di migliaia di anni fa, si parla dell’alimentazione giusta per l’uomo e si consiglia di lasciare un terzo del proprio cibo nel piatto in onore al Dio Shiva. L’uomo dimentica la saggezza antica e la riscopre con la scienza! Nadia e Giacomo Bo
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