La
paura della febbre danneggia i nostri figli?
A
cura di Archimede, scritto da Edda Ovest
Parliamo
di uno dei più diffusi paradigmi nel mondo della salute. Non c’è
niente di più profondamente radicato della paura alla base della
convinzione che senza vaccinazioni siamo condannati ad essere
attaccati da una miriade di malattie mortali. Nell’ombra di questa
convinzione, la “paura della febbre” ci obbliga a sopprimere la
febbre ogni volta che sorge, assicurando così la nostra prigionia al
monopolio della medicina, orientato alla malattia. L’impero
medico/farmaceutico ci fustiga con queste tattiche, imprimendo la
paura nella psiche collettiva, lo strumento preferito con cui si
dominano le masse per farci incamminare lungo il pendio scivoloso
verso la distruzione della salute e la dipendenza dal farmaco.
Vaccinazioni
e soppressori della febbre, insieme all’uso eccessivo di
antibiotici e l’esposizione a contaminanti chimici nell’ambiente,
sono alla base del declino della vitalità e della salute dei
bambini, che si manifesta su larga scala con la disattivazione della
funzione immunitaria e neurologica, e con un’ondata di malattie
croniche in molti segmenti della società odierna. I bambini, in
particolare, sono stati colpiti duramente in quanto sono i componenti
più vulnerabili di questa società. Emergono ora nuove prove sul
fatto che i farmaci soppressori della febbre potrebbero essere un
altro fattore che contribuisce all’epidemia esplosiva di disturbi
dello sviluppo neurologico, come l’autismo.
Come
amorevoli genitori, noi vogliamo naturalmente aiutare i nostri figli
affinché si sentano meglio quando le febbri, inevitabili influenze,
raffreddori e malattie varie sorgono durante l’infanzia. Molti
ricorreranno a comuni farmaci da banco per eliminare la febbre e
alleviare i sintomi, nella convinzione che questi prodotti siano
affidabili, efficaci e sicuri. Ma qual è il vero grado di sicurezza?
E quali sono i rischi quando la febbre viene soppressa e i sintomi
mascherati? La febbre ha forse una funzione fondamentale nella lotta
della malattia che abbiamo perso di vista?
Vi
è un’abbondanza di prove scientifiche a sostenere che la febbre
porti benefici nella lotta contro infiammazioni virali e batteriche e
che abbia un ruolo importante nel processo di guarigione. La febbre
aumenta il tasso di sopravvivenza durante le malattie infettive.
Questa è un’informazione di base che non ha ancora raggiunto la
maggioranza delle persone. Rimangono disinformate e fuorviate dalla
propaganda farmaceutica e dai medici che ancora sostengono
spudoratamente l’uso di farmaci antipiretici al primo segno di una
febbre. Il mito che le febbri non curate porteranno a convulsioni e
danni al cervello si protrae fino alla nausea.
La
febbre è calunniata, fraintesa e vista come nemico da temere,
piuttosto che un alleato che segnala al sistema immunitario di
prepararsi per l’azione.
L’aspirina
una volta era comunemente usata per sopprimere la febbre, fino a
quando non è stata collegata alla sindrome di Reye quando
somministrata ai bambini con infezioni virali come l’influenza e la
varicella. La sindrome di Reye è una malattia spesso mortale che
colpisce il cervello e il fegato, un’importante ragione per la
quale i medici sono passati all’acetaminofene (o paracetamolo), che
ora sappiamo essere la causa principale dell’insufficienza epatica.
Insomma, un disastro dopo l’altro!
L’acetaminofene
è un ingrediente talmente comune usato sia nei farmaci da banco che
nei farmaci da prescrizione, che molte persone possono non essere a
conoscenza della sua presenza. E’ contenuto in molti farmaci comuni
per la febbre, dolori, raffreddore e influenza. Health Canada,
l’agenzia per la salute canadese avverte che l’uso eccessivo di
questi farmaci da banco può portare a grave tossicità epatica e
morte.
“I
genitori devono essere particolarmente cauti quando somministrano ai
bambini prodotti contenenti acetaminofene. Ad esempio, il genitore di
un bambino con una malattia simil-influenzale può utilizzare un
prodotto per curare la febbre del bambino e un altro per il
trattamento del naso che cola, senza rendersi conto che entrambi i
prodotti contengono gli stessi ingredienti. Un articolo pubblicato di
recente ha identificato l’overdose di acetaminofene come la causa
numero uno di insufficienza epatica acuta negli Stati Uniti, e la
maggior parte di questi sovradosaggi erano non intenzionali. Spesso,
diversi preparati della stessa marca (ad esempio, Tylenol Pain e
Tylenol Sinus) o farmaci diversi per gli stessi sintomi (ad esempio
Tylenol Cold, Neo-Citran e Sinutab) si trovano comunemente in casa e,
quando usati insieme, possono portare ad un overdose”. (1)
E’
importante capire che la febbre non è una malattia, ma piuttosto un
sintomo di una malattia. Controversie che circondano la gestione
della febbre causano enorme ansia nei genitori, si traducono spesso
in una reazione istintiva, avendo paura tentano di sconfiggere la
febbre con i farmaci. Finché rimaniamo prigionieri del mito medico
che dice che la natura ha fatto un errore nel causare la febbre, i
nostri figli saranno messi a rischio. Vi è l’urgenza di
riesaminare i principi di base sulla natura della febbre e il suo
ruolo evolutivo nella sopravvivenza della specie umana.
Febbri
alte durante alcune malattie come il morbillo e la rosolia, sono
necessarie per espellere il virus. In uno studio clinico su 56
bambini durante un’epidemia di morbillo in Ghana, in Africa nel
1967, era una pratica standard trattare tutti i casi di morbillo con
sedativi, antipiretici come l’aspirina e Tylenol, sedativi della
tosse, e se necessario anche con antibiotici. Nella prima metà
dell’epidemia, il 35% dei bambini sono morti. Ma i medici curanti
hanno osservato che i bambini che sono sopravvissuti erano quelli che
avevano avuto febbri più elevate e eruzioni cutanee più gravi di
quelli che sono morti. Anche se all’inizio della malattia quelli
che sono morti sembravano star meno male di quelli sopravvissuti,
presero poi la polmonite e morirono.
In
una conferenza sui rischi dei vaccini nel 2000, il dottor Philip
Incao ha citato questo studio come un esempio sul ruolo vitale della
febbre. “I medici cominciarono a pensare che le febbri elevate e le
eruzioni cutanee avevano aiutato l’organismo ad eliminare il virus
del morbillo dal corpo e quindi maggiore sopravvivenza. E così a
metà di questa epidemia di morbillo, i medici hanno rivisto il loro
trattamento non somministrando sedativi, aspirina o Tylenol, né
soppressori della tosse, ma soltanto antibiotici, antimalarici e
trasfusioni di sangue in caso di necessità. In questo gruppo,
anch’esso di 56 bambini, solo il 7% è morto, contro il 35% del
primo gruppo. Questa è una dimostrazione drammatica, ma ce ne sono
molte altre, che danno vitale importanza al principio fondamentale
che è pericoloso sopprimere una reazione infiammatoria”.
“Ippocrate
lo riconobbe più di duemila anni fa. In ogni malattia infiammatoria
infettiva, ciò che viene scaricato dal corpo può essere spaventoso
a vedersi, ma non è quello che ci uccide. Ciò che può ucciderci
proviene dagli effetti tossici di quello che rimane all’interno del
corpo e non viene espulso”.
“Quello
che ho letto in questo studio venti anni fa conferma quello che ho
vissuto nella mia pratica, cioè che i bambini che hanno prodotto
febbri più elevate, forti eruzioni cutanee e abbondanti escrezioni
di muco e pus, sono sani e più robusti e hanno sistemi immunitari
più forti rispetto ai bambini che hanno prodotto questi sintomi con
una minore intensità. Nella mia pratica, questi bambini robusti che
hanno vigorosamente esternato e curato le loro infezioni
spontaneamente, spesso senza antibiotici, nella loro vita hanno avuto
poco o niente a che fare con antibiotici, antipiretici o
vaccinazioni. Invece gli altri bambini che hanno avuto tutte le
vaccinazioni, un sacco di antipiretici e antibiotici - quelli che
hanno avuto trattamenti medici che sopprimono e interiorizzano -
questi bambini non hanno mai avuto una febbre alta. E proprio questi
bambini sono quelli che hanno più probabilità di avere allergie e
problemi autoimmuni”. (2)
La
diffusa convinzione che la febbre sia pericolosa e deve essere
soppressa, non tiene conto delle prove scientifiche che dimostrano il
suo ruolo benefico nelle malattie infiammatorie. Il sistema
immunitario dipende dal ruolo fondamentale della febbre per svolgere
una miriade di compiti attrezzandosi a combattere le infezioni. Una
ricercatrice neozelandese, Hilary Butler ha messo insieme un
impressionante elenco di citazioni tratte dalla letteratura medica
per dimostrare questo punto. Siamo grati per il suo lavoro, e
includiamo queste citazioni come addendum a questo articolo.
“I
medici fanno un pessimo servizio per voi e il vostro bambino quando
prescrivono farmaci per ridurre la febbre” dice il Dott. Robert
Mendelsohn, pediatra e autore di “Come crescere un bambino sano,
nonostante il medico”. “La fobia della febbre è una malattia dei
pediatri, non dei genitori, e nella misura in cui i genitori sono
vittime di essa, i medici sono in difetto.” Ai genitori viene fatto
credere che la temperatura del loro bambino continuerà ad aumentare
a meno che non vengano prese misure per controllarla. “Non vi
dicono che ridurre la sua temperatura non aiuterà il bambino a
guarire, o che il suo corpo ha un meccanismo interno, non
completamente spiegato, che impedisce alla temperatura indotta
dall’infezione di raggiungere i 106° F” (41° C). (3)
Mendelsohn
sottolinea che “solo in caso di colpo di calore, avvelenamento o
altre febbri da cause esterne, questo meccanismo corporeo viene
sopraffatto e reso inefficace”. Questo è vero anche nei casi di
reazioni ai farmaci e di overdose.
“Febbre: Difesa del tuo corpo
contro le malattie” è il titolo del capitolo 7 nel libro del Dr.
Mendeloshn, che senza dubbio è una delle migliori linee guida mai
scritte per i genitori alla ricerca di un’equilibrata e precisa
prospettiva del ruolo benefico e protettivo della febbre nei bambini.
Egli condanna la pratica inutile e pericolosa di soppressione della
febbre attraverso i medicinali. “Se il tuo bambino contrae
un’infezione, la febbre che la accompagna è una benedizione, non è
niente di male. Il rilascio spontaneo di pirogeni porta la
temperatura corporea a salire, innescando il meccanismo di difesa
naturale necessario per combattere la malattia. La presenza di febbre
indica che i meccanismi di riparazione del corpo sono entrati in
funzione. E’ qualcosa per cui gioire, nulla da temere”. (3)
Mendelsohn
controbatte il mito che la febbre alta provochi convulsioni. “Molti
genitori hanno paura della febbre, perché hanno assistito ad una
crisi convulsiva e credono che se ne potrebbe verificare una nel loro
bambino se si permettesse alla sua temperatura di salire troppo. La
febbre alta non causa convulsioni. Possono raramente verificarsi
quando la temperatura aumenta in modo estremamente rapido. Si stima
che solo il 4 per cento dei bambini con febbre alta sia soggetto a
convulsioni. Per giunta non vi è alcuna prova che le convulsioni
causino postumi gravi”. (3)
“Le
febbri prodotte da infezioni virali o batteriche non causano danni al
cervello o danni fisici permanenti. La febbre è un sintomo comune
nei bambini e non è segnale di malattia grave, a meno che non sia
associata a cambiamenti importanti dell’aspetto, del comportamento
o altri sintomi quali difficoltà respiratorie, estrema stanchezza o
perdita di coscienza. L’intensità della febbre non è una misura
della gravità di una malattia”. (3)
Numerosi
studi hanno dimostrato che la febbre aumenta la risposta immunitaria
stimolando la mobilità e l’attività dei globuli bianchi detti
leucociti, che disattivano batteri e virus e rimuovono le cellule
danneggiate. La febbre innesca una sequenza complessa di attività
immunitarie. Le proprietà antivirali e antibatteriche
dell’interferone aumentano in presenza di febbre. Con l’aumento
della temperatura, il ferro viene rimosso dal sangue e immagazzinato
nel fegato, ostacolando ulteriormente il moltiplicarsi dei batteri.
Studi su febbri indotte artificialmente negli animali da laboratorio,
affetti da malattia, hanno dimostrato che temperature elevate
favoriscono la sopravvivenza, mentre le temperature abbassate
aumentano il tasso di mortalità. (4)
Vi
è tuttavia un’eccezione. Quando la febbre si presenta in un
neonato nelle prime settimane di vita, è bene essere cauti. “I
neonati possono soffrire di infezioni correlate agli interventi
ostetrici durante il parto, condizioni prenatali o ereditarie,
polmonite da aspirazione di liquido amniotico nei polmoni causata
dall’eccessiva medicazione della madre durante il parto... e
l’esposizione alla miriade di germi che abbondano negli ospedali”,
scrive il dottor Mendelsohn. Egli consiglia ai genitori di consultare
un medico se il bambino contrae la febbre nei primi due mesi di vita.
L’allattamento
al seno svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle
infezioni nei neonati. Bambini allattati al seno sono super protetti
da una vasta gamma di agenti patogeni e hanno un minor rischio di
sviluppare febbri nei primi mesi di vita.
La barriera sanguigna del
cervello non è ancora intatta nelle prime 6 settimane di vita.
Perciò la febbre nei bambini molto piccoli necessita un alto livello
di cautela, vista la facilità con cui gli agenti patogeni, virus o
batteri che siano, possono accedere al cervello e al sistema nervoso
del bambino, creando un più alto rischio di meningiti. Quando viene
consultato il medico per un bambino febbricitante con meno di 6
settimane di età, questi può adottare procedure invasive come
punture lombari, antibiotici, steroidi e soppressori della febbre, i
quali non sono privi di rischi. Se un genitore si oppone al metodo di
trattamento, potrebbe incontrare ostilità da parte del personale
medico, come recentemente accaduto a una mamma del distretto di Boise
negli USA, che ha perso la custodia della sua bambina, quando la
portò al pronto soccorso locale per un check-up.
La bambina era
stata intrattabile e febbrile per tutto il giorno, e la madre volle
assicurarsi che tutto fosse a posto. Ha acconsentito agli esami del
sangue, delle urine, ai raggi X e alle flebo, ma ha rifiutato la
puntura lombare, voleva aspettare i risultati delle analisi. La madre
ha calcolato che al 95% di probabilità la sua bambina non avesse la
meningite e che potesse soffrire dello stesso raffreddore che aveva
colpito gli altri membri della famiglia. La sua decisione di
rinunciare alla puntura lombare e alla somministrazione di
antibiotici ha indotto l’ospedale a chiamare i servizi sociali che
le tolsero la bambina. Il medico pensò che la vita della bambina
fosse in pericolo perché la madre rifiutò il “trattamento
salvavita”, nonostante il fatto che la bambina fosse notevolmente
migliorata già dopo alcune ore di flebo.
Sembrerebbe
prudente durante i primi mesi di vita, vista la vulnerabilità,
proteggere i neonati dall’esposizione a qualsiasi situazione o
procedura che li potrebbe mettere a rischio di febbre. Eppure, la
maggior parte dei neonati e dei bambini piccoli vengono vaccinati
nelle prime 6-8 settimane di vita. I medici sanno bene che
l’iniezione del cocktail di vaccini contenenti una miscela di
particelle virali/batteriche, proteine estranee, coadiuvanti e
conservanti chimici può innescare una reazione febbrile in un gran
numero di bambini. Anticipando tutto ciò, spesso consigliano ai
genitori di dare al bambino dosi di “baby Tylenol” (l’equivalente
della Tachipirina) prima di vaccinarlo. In seguito alla vaccinazione,
i genitori preoccupati che chiamano lo studio medico con un
intrattabile e febbricitante bambino appena vaccinato, vengono
rassicurati che “è perfettamente normale - niente di cui
preoccuparsi, basta dare al bambino un po’ di Tylenol”.
Nella
determinazione ad avviare programmi di vaccinazione il più presto
possibile, vi è una strana e ostinata cecità tra i medici
vaccinatori. Perché non hanno alcuna preoccupazione per l’impatto
delle febbri indotte da vaccino nei bambini durante questo periodo
critico della giovane vita? Per quale ragione una febbre spontanea
che sorge nel neonato è vista come una potenziale emergenza medica,
ma se la febbre è indotta dal vaccino, la stessa febbre viene
considerata “normale” e si consiglia ai genitori di sopprimerla
con antipiretici?
La
mentalità medica che impone programmi di vaccinazione nella prima
infanzia, viola un principio fondamentale di precauzione nella sua
mancanza di rispetto per la fragilità del bambino e l’immaturità
e vulnerabilità del suo cervello, sistema nervoso e sistema
immunitario. Osservate come si adottano, in queste sostanze, due pesi
e dure misure. Da una parte viene consigliato ai genitori di
richiedere immediatamente assistenza medica se la febbre si sviluppa
nel neonato, ma dall’altra i genitori sono soggetti a forti
pressioni per sottoporre i loro bambini a multipli vaccini,
nonostante il fatto che queste iniezioni siano la prima causa di
febbre nei bambini piccoli. La febbre viene consapevolmente indotta
durante queste prime settimane di vita attraverso le vaccinazioni,
quando il buon senso e l’istinto dovrebbero prevalere per
proteggere il bambino.
E
non sono solo le febbri indotte dalle vaccinazioni che sollevano
dubbi. La febbre è segno della risposta immunitaria del neonato
all’inoculazione artificiale di virus, batteri e agenti chimici che
è costretto ad affrontare, ma la domanda più importante è –
quali saranno i futuri effetti di queste sostanze tossiche, ora che
hanno accesso al flusso sanguigno, agli organi vitali e all’immaturo
sistema nervoso/cervello? E qual è l’ulteriore danno che si
verifica quando la febbre viene poi trattata con antipiretici
bloccando la normale mobilitazione del sistema immunitario?
Il
Dr. Anthony R. Torres, direttore del laboratorio biomedico presso la
Utah State University sta attualmente sviluppando una nuova teoria
sulle cause dell’autismo. La sua ipotesi è che la soppressione
della febbre possa essere una delle cause dell’autismo e dei
disturbi dello sviluppo neurologico.
Il
Dr. Torres sta vagliando evidenze che suggeriscono che le cause
dell’autismo sono da ricercare nelle infezioni, sia della madre in
stato di gravidanza, che del bambino. “La maggior parte delle
infezioni provocano la febbre, che poi viene sistematicamente
controllata con antipiretici come l’acetaminofene. Il blocco della
febbre inibisce i processi di protezione contro gli attacchi dei
microbi, evolutisi nel corso di milioni di anni. Le attività
immunologiche nel sistema nervoso centrale hanno un ruolo in questi
processi protettivi”. (4)
“Le
infezioni patologiche, incluse quelle da vaccinazioni, provocano
comunemente la febbre. Ad esempio, il 50-60% dei bambini sviluppano
la febbre dopo aver ricevuto il vaccino MMR” e vengono regolarmente
trattati con la Tachipirina. Molti genitori riferiscono che i loro
bambini sono caduti nell’autismo dopo la somministrazione del
vaccino MMR. Il Dottor Torres ha anche rilevato che “il 43% delle
madri con un bambino autistico ha avuto infezioni alle vie
respiratorie superiori, influenza, infezioni delle vie urinarie o
vaginali durante la gravidanza, rispetto a solo il 26% delle madri
nel gruppo di controllo”, suggerendo che in alcuni casi l’autismo
può essere collegato a “postumi di infezioni patogene, soprattutto
quelle di origine virale”. (4)
Sopprimere
la febbre durante la gravidanza e il travaglio, può influenzare il
feto. La ricerca ha dimostrato che l’acetaminofene “diminuisce in
modo significativo l’IL-6 (interleuchina6) nel siero materno e
fetale”.
L’IL-6 è un fattore immunitario che il neonato non è
in grado di produrre alla nascita e che viene trasmesso dalla madre.
Un comunicato dalla British Thoracic Society avverte che un recente
studio collega il paracetamolo, un farmaco basato sull’acetaminofene
simile al Tylenol, all’asma infantile quando viene utilizzato dalla
madre in gravidanza. (5)
Il
sistema nervoso centrale e decine di fattori del sistema immunitario
lavorano in sinergia per portare ad un ottimale funzione immunitaria.
Ciò che colpisce uno colpisce anche l’altro. Il Dr. Torres
evidenzia il fatto che l’acetaminofene è un agente
immunosoppressivo. Con un linguaggio molto tecnico, descrive le
complesse attività avviate dal sistema immunitario ed i molti
segnali inoltrati ai centri di controllo nel cervello quando il corpo
sta combattendo organismi patogeni. L’attivazione di pirogeni
stimola l’aumento della febbre e “la produzione di diverse
citochine (cellule immunitarie) da organi nelle viscere (intestino)”,
essendo l’intestino l’organo immunitario principale e più grande
del corpo. Segnali chiave trasmessi lungo il nervo vago che collega
il percorso immunitario intestino/cervello e che sono normalmente
mediati dalle prostaglandine, possono essere bloccati dagli
antipiretici come l’acetaminofene, facendo così deragliare le
complesse sequenze di segnali immunitari che scorrono tra l’intestino
e il cervello. (4)
Il
Dr. Torres postula che la soppressione delle febbri con antipiretici,
che siano indotti da infezioni o vaccinazioni, interferisce con il
normale sviluppo immunologico nel cervello, portando a disturbi dello
sviluppo neurologico in alcuni individui geneticamente e
immunologicamente predisposti. Gli effetti si possono verificare in
utero o in età molto giovane, quando il sistema immunitario è in
rapido sviluppo. (4)
Kathy
Blanco, presidente di Childscreen, lei stessa madre di bambini
autistici, prevede che questa ricerca non risulterà popolare con la
medicina tradizionale e che sarà "una potenziale bomba a tempo
per le loro relazioni pubbliche". Ricercando su internet
consigli su febbri e reazioni da vaccino, Blanco ha rilevato che la
maggior parte dei siti consiglia: "se il vostro bambino ha la
febbre durante una reazione ad un vaccino, dategli l’acetaminofene”.
Questo consiglio fin troppo comune potrebbe effettivamente essere una
causa dell'autismo. Tuttavia, se la rivoluzionaria teoria del Dottor
Torres si dimostrasse vera, potrebbe essere il mezzo per salvare
migliaia di bambini dal diventare autistici."
Attualmente,
un’enorme paura viene montata sull'epidemia di SARS, la sindrome
respiratoria acuta grave (nel 2008, ndt) in questo paese. I
funzionari della sanità sono in subbuglio, ipotizzando che, anche se
non è influenza, questa potrebbe essere "Quella Grande" -
la pandemia che hanno anticipato per anni. Ci sono draconiane misure
di quarantena in corso di attuazione, e alcune fonti ipotizzano si
tratti di un esercizio per testare la volontà della popolazione a
sottoporsi alla quarantena in previsione di un attacco di guerra
biologica.
Ad oggi non c'è stata alcuna identificazione definitiva
del patogeno, nonostante si ipotizzi sia una forma di corona virus,
la famiglia di virus presenti nel raffreddore comune. Si è pensato
potesse essere correlato al virus paramyxo che è legato al morbillo
e al cimurro canino, esiste anche l’ipotesi che possa essere
coinvolta la clamidia. Il virus del morbillo sta mutando e sue tracce
sono state individuate in alcuni casi di encefalite e brutte
infezioni respiratorie in Asia negli ultimi anni. Sono già in atto
piani per avviare lo sviluppo del vaccino SARS, cosa sorprendente dal
momento che il virus o la combinazione virale sono ancora da
identificare.
I
primi rapporti descrivono l’inizio della SARS con una tosse secca
che continua a peggiorare, e che alcune persone accusano mal di
testa, dolori in tutto il corpo, una "febbre altissima o
eruzioni di macchie sul corpo", e per come vanno le malattie,
questo sembra abbastanza serio. Il trattamento? Le persone vengono
curate con "combinazioni di farmaci - cocktail di antibiotici e
farmaci antivirali". (6)
Probabilmente
stanno ricevendo forti dosi di soppressori della febbre e così ...
mi chiedo se forse gli antipiretici hanno diminuito le capacità del
sistema immunitario di coloro che sono morti per la SARS. Sarà
questa una di quelle malattie che hanno bisogno di una febbre alta
per portare il sistema immunitario a un livello ottimale? Non saranno
gli aggressivi trattamenti medici che aumentano il rischio di
morte?
I metodi di cura omeopatici e naturopatici si basano su
lunga esperienza e sono affidabili nella prevenzione e nel
trattamento di malattie epidemiche. Uno dei maggiori antivirali noti
è la vitamina C, che è stata utilizzata con grande successo sia
nella prevenzione che nel trattamento delle malattie infettive.
Protocolli di trattamento altamente efficaci sono stati sviluppati
con la somministrazione di ascorbati di vitamina C per via endovenosa
in situazioni critiche e sono documentati nella letteratura medica e
accessibili attraverso il sito web del Dr. Robert Cathcart con
collegamenti a Klenner e Linus Pauling. (7)
Sarebbe
importante che la vitamina C per via endovenosa fosse disponibile per
ogni paziente che affronta malattie acute e critiche, ma gli attuali
monopoli medici bloccano l’accesso a questo trattamento semplice e
molto efficace. L’attivista per la salute Croft Woodruff scrive,
"nella primavera del 2000 ho indirizzato una giovane parente,
che soffriva di una forma acuta di mononucleosi, a un medico che ha
somministrato quattro iniezioni endovenose di vitamina C come
ascorbato di sodio in altrettanti giorni. I risultati sono stati
sensazionali. La paziente è completamente guarita, non senza
acquistare una nuova consapevolezza rispetto alla potenza della
vitamina C come sostanza curativa."
La nostra diffidenza sui
processi naturali e la fiducia nella medicina orientata verso il
farmaco, ha oscurato la nostra comprensione sull'importanza delle
malattie infantili e la necessità della febbre come aspetto vitale
della maturazione del sistema immunitario che contribuisce a
sviluppare una forte e resistente base alla salute. Quando mettiamo
da parte le vecchie paure e solleviamo il velo di ignoranza, siamo in
grado di vedere con la nostra intelligenza innata, l'immagine reale
dispiegarsi davanti a noi - e riconoscere che la manipolazione
artificiale del sistema immunitario dei bambini, attraverso programmi
di vaccinazione di massa, l’uso indiscriminato di antipiretici e
antibiotici, anziché proteggere, sta minacciando la loro salute - il
loro futuro.
Le
parole incoraggianti e sagge del Dr. Incao possono aiutarci a
lasciare le vecchie paure e abbracciare un nuovo rapporto con la
natura - "Ogni infiammazione, ogni raffreddore, mal di gola, mal
d'orecchi, febbre ed eruzione cutanea fanno parte di eventi di
guarigione e di un processo di purificazione, un forte sforzo da
parte dello spirito umano per rimodellare il corpo, per renderlo una
dimora più adatta. I rimedi antroposofici e omeopatici aiutano e
promuovono questo processo di purificazione, aiutando la malattia a
farsi strada fuori del corpo in modo che la guarigione possa
avvenire." (8)
In un colloquio personale, di recente, il
dottor Incao mi ha ricordato che: "Ci vuole un po' per liberare
la nostra mente dalla prigionia e dal nostro bisogno di reagire in
modo “corretto”, per paura di essere giudicati. La malattia è
parte della vita. Non è estranea o anormale e deve essere accettata
come una parte della vita. Ogni dettaglio è un'opportunità di
crescita spirituale. Abbiamo bisogno di imparare come affrontarla e
lavorare attraverso di essa - questo fa parte del nuovo paradigma".
Tradotto
da "La Leva di Archimede"
Fonte originale:
http://vran.org/alternatives/alternatives-general/is-fear-of-fever-hurting-our-children/
Referenze:
Health
Canada Advisory, Feb. 13/2003.
Philip
Incao, M.D. – excerpt from a talk given at NVIC conference 2000
Robert
Mendelsohn, M.D. How To Raise a Healthy Child in Spite of Your
Docotor.
Anthony
R. Torres, M.D. “Is Fever Suppression Involved In The Etiology Of
Autism And Neurodevelopmental Disorders?”
Press
Release, British Thoracic Society (BTS), 28/10/2002
The
Globe & Mail, Mar.17/03 –Cause of Deadly Pneumonia Still Eludes
Scientists
Dr.
Robert Cathcart, MD
Philip
Incao, M.D. Chapter on How To Treat Childhood Illnesses, pge. 61;
Mothering Magazine, Issue 95, July/August, 1999.
Sheri
Nakken website – great links to homeopathic sources of information
Alternatives
& Antidotes to Infectious Diseases – Year end VRAN Newsletter,
2001, lists many alternative healing modalities – available
electronically at: info@vran.org
Il
paracetamolo (o acetaminofene) (N-acetil-para-amminofenolo) (Fonte
Wikipedia)
Il paracetamolo (o acetaminofene)
(N-acetil-para-amminofenolo) è un farmaco ad azione analgesica
largamente utilizzato sia da solo, sia in associazione ad altre
sostanze, ad esempio nei comuni preparati da banco per le forme
virali da raffreddamento, o nei farmaci destinati al trattamento del
dolore acuto e cronico.
A causa della diffusione come farmaco
generico, i nomi "paracetamolo" e "acetaminofene"
sono ben conosciuti in altri paesi, soprattutto di cultura
anglosassone. In Italia, al contrario, il nome della sostanza è poco
conosciuto, mentre sono ben noti i nomi commerciali dei farmaci che
lo contengono (Tachipirina, Efferalgan, ecc.).
Supposte
Acetamol
Efferalgan
Sanipirina
Tachipirina
Paracetamolo
Teva
Sciroppo
Acetamol
Paracetamolo
OFF
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