Appena
una settimana dopo il suicidio dello psichiatra di Benjamin Netanyahu
(dr. Moshe Yatom ndr), disperato per non essere riuscito a
sviluppare una cura efficace per il primo ministro, Israele è stata
scossa da un secondo caso con la morte del collega: Yigal Peleg, 61
anni.Peleg, che era stato assunto dal ministro della Difesa Ehud
Barak per la sua “security-dipendenza”, è stato trovato morto
lunedì sera nella sua casa di Tel Aviv per un'overdose di valium.
Una lettera lasciata da Peleg spiega che il fallimento di Yatom ha
provocato una diffusa disperazione nella comunità psichiatrica
d'Israele, e si teme che un rimedio terapeutico al “bipensiero”
sia molto più remoto di quanto non si fosse previsto.
La
“security-dipendenza”, spesso caratterizzata dal sostenere idee
totalmente opposte a quelle espresse in precedenza, è ora ritenuta
quasi incurabile.
La perdita per depressione clinica di due
analisti tanto illustri in così breve tempo ha lasciato Israele nel
timore di un'ondata di “psichiatricidi”. Molti funzionari di
governo sono attualmente sotto analisi, e praticamente tutti
manifestano la stessa tendenza al bipensiero che ha spinto Yatom e
Peleg a farla finita. Se le attuali cure si dimostreranno inefficaci,
si correrà il rischio di un suicidio di massa.
“I profani non si
rendono conto dello stress che comporta curare le psicosi
ideologicamente indotte” spiega il dott. Rafael Eilam, autore del
best-seller Follia sionista sul lettino: la pericolosa ricerca di una
cura (Sanity Books, 2010).
“Prendete la 'security-dipendenza': un
cliente affetto da questa malattia non riesce a percepire che dominio
e sicurezza non sono la stessa cosa. Dominare qualcun altro vuol dire
garantire la propria sicurezza, poiché il dominato cerca
istintivamente di sfuggire al dominio con ogni mezzo.” Data la
quasi totale inconsapevolezza degli affetti da “security-dipendenza”
riguardo alla loro stessa aggressività, gli psichiatri che li
tengono in cura spesso provano il forte impulso a colpire il proprio
cranio con un qualsiasi oggetto contundente. Questo tende a ridurre
la qualità delle loro successive ricerche.
Problemi simili sono
affrontati dagli psicoanalisti che si trovano di fronte a casi di
disordini da iper-violenza, che pare stiano dilagando tra i leader
israeliani. I pazienti afflitti da questa terribile malattia non sono
abbastanza maturi da comprendere i propri bisogni, men che meno
quelli degli altri, e distruggono tutto ciò che trovano nelle loro
vicinanze, come un bambino permaloso che fracassa i suoi stessi
giocattoli. La malattia ha una prognosi povera, dal momento che chi
ne è affetto solitamente non ne è consapevole all'inizio di ogni
attacco. Secondo Eilam gli attacchi selvaggi degli ultimi anni contro
il Libano e Gaza, che hanno contribuito a portare Israele all'attuale
stato di emarginazione internazionale, potrebbero essere attribuiti a
questo tipo di tendenze.
In uno sviluppo piuttosto sorprendente,
gli psichiatri di tutto il mondo si stanno ora raggruppando a
sostegno dei loro colleghi israeliani in lotta, e hanno così formato
il movimento Free Israel. Come prima azione importante hanno in
programma d'inviare una flotilla a Tel Aviv carica di aiuti umanitari
per gli psicoanalisti israeliani e i loro pazienti di alto profilo,
ovvero tonnellate di anti-depressivi per i primi e tranquillanti per
elefanti per i secondi.
Gli organizzatori della flotilla ammettono
che si tratta solo di palliativi, ma sostengono che in particolare i
tranquillanti per pachidermi sono notoriamente efficaci – perlomeno
in maniera moderata – nel calmare i sintomi della Sindrome
Infantile da Onnidistruttività Neurologica (SION), tra cui il più
grave è quello di un impulso cronico a rubare, truffare, torturare e
uccidere tutti quelli che, secondo il giudizio della vittima – che
è per definizione infallibile – impediscono il progresso verso la
creazione del paradiso sionista.
by Michael K. Smith, autore di
“Ritratti di un impero” e della “Pazzia di re Giorgio”, e
lavora per Common courage press.
Può essere contattato
all'indirizzo proheresy@yahoo.com Fonte della
traduzionequi. Fonte originale qui.
Traduco le note
dell'articolo relativo al suicidio precedente, quello del dr. Moshe
Yatom
Moshe Yatom, un prominente psichiatra che aveva curato con
successo le forme più estreme di malattia mentale e che è stato
trovato morto nella sua casa di Tel Aviv il 7 giugno 2010, causa –
pare - una ferita da arma da fuoco autoindotta. Una nota lasciata
dallo psichiatra dice che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, suo
paziente da 9 anni: “mi ha succhiato via tutta la vita”.
“Non
ce la faccio più”, ha lasciato scritto.
“La rapina è
riscatto, l’apartheid è libertà, gli attivisti di pace sono
terroristi, l’omicidio è autodifesa, la pirateria è legalità, i
Palestinesi sono Giordani, l’annessione è liberazione, non c’è
fine a queste contraddizioni. Freud aveva promesso che la razionalità
avrebbe regnato sulle passioni istintuali, ma non aveva conosciuto
Bibi Netanyahu, che direbbe che Gandhi inventò il tirapugni di
ferro”.
Agli psichiatri suona famigliare che l’essere umano
abbia la tendenza a massaggiare la verità per evitare di
confrontarsi con del materiale che emotivamente agita, ma Yatom pare
sia stato sbalordito da ciò che definì “una cascata di menzogne”
che sgorgava dal suo illustre paziente.
Yatom diventò sempre più
depresso nel vedere la mancanza di progresso nel far si che il Primo
Ministro riconoscesse la realtà ed anche soffrì di infarti, mentre
cercava di afferrare il pensiero del Primo Ministro che in un suo
diario aveva caratterizzato come “un buco nero di
auto-contraddizioni”. Il primo infarto avvenne quando Netanyahu
disse la sua opinione sugli attacchi del 9/11° Washington e New
York, ossia “che erano bene”. Il secondo avvenne dopo una
sessione il cui il paziente insisteva sul fatto che l’Iran e la
Germania nazista erano identici. E il terzo quando il Primo Ministro
affermò che il programma di energia nucleare dell’Iran era “una
camera a gas volante” e che tutti gli Ebrei ovunque “vivevano
permanentemente ad Auschwitz.
Gli sforzi di Yatom per calmare
l’isteria di Netanyahu avevano un altissimo tributo emozionale e di
routine finivano in un fallimento. “L’alibi con lui è sempre lo
stesso”, lamentava in un altro diario.
“Gli Ebrei sono
sull’orlo dell’annientamento nelle mani dei goyim razzisti ed il
solo modo di portare a casa la pelle era quello di un massacro
finale”.
Pare che Yatom stesse trasformando il suo diario in un
libro sul caso Netanyahu. Molti capitoli di un manoscritto
incompleto, intitolato “Psicotico con gli steroidi” sono stati
trovati nel suo studio.
Un paragrafo dell’8 marzo:
“Bibi
arrivò alle 3 per la sua sessione pomeridiana. Alle 4 si rifiutò di
andarsene ed affermò che la mia casa era in realtà la sua. Quindi
mi chiuse a chiave nel seminterrato per tutta la notte mentre si
intratteneva copiosamente con i suoi amici al piano di sopra. Quando
cercai di scappare, mi chiamò terrorista e mi mise in catene. Lo
pregai di avere pietà, ma disse che non poteva garantirla a qualcuno
che non esisteva affatto”.
by Michael K. Smith
Per
concessione a EFFEDIEFFE di Cristina Bassi che ne ha curato la
traduzione (ecplanet)
Fonte originale > Legalienate
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