Hanno proprietà antiossidanti dovute ai flavonoidi e alle vitamine. Gli antociani inoltre, associati per esempio al pungitopo, agiscono sui disturbi dell’insufficienza venosa (dolore, edema) e sulla microcircolazione capillare. Le foglie possiedono un’azione diuretica, antireumatica e antinfiammatoria. La forte diuresi porta ad una maggiore eliminazione di acidi urici, mentre l’azione antinfiammatoria riduce il numero dei macrofagi, responsabili del processo infiammatorio. Accanto a questi effetti antiinfiammatori si evidenziano anche effetti analgesici paragonabili a quelli dei FANS, ma senza i loro effetti collaterali. La tradizione attribuisce alle foglie un’azione leggermente ipotensiva.
I semi contengono acido gamma- linolenico (omega 6) e sono usati soprattutto contro le manifestazioni allergiche. Insieme all’olio di Borragine e all’olio di Enotera sono le maggiori fonti vegetali di questo acido. Il gemmoderivato di ribes ha una potente azione antiallergica e antinfiammatoria. I principi contenuti in queste gemme avrebbero un effetto simile al cortisone (stimolando la corteccia surrenalica) ma non gli effetti collaterali che sono: iperglicemia, ritenzione di sodio (e di conseguenza di liquidi), ipertensione, osteoporosi, ulcera, pancreatite, diabete e glaucoma. Molti ricercatori però sono convinti che non vi siano ancora abbastanza riscontri scientifici per tali affermazioni. Anche se non ci sono particolari controindicazioni per l’assunzione di ribes nero (se non per l’ipersensibilità accertata verso i suoi principi attivi) non dovrebbe essere usato da persone soggette a pressione alta, e usato con cautela dalle donne in gravidanza o in allattamento: come sempre è fondamentale rivolgersi al proprio medico curante per il suo utilizzo in piena tranquillità e consapevolezza.
Dalla rubrica alimentazione di AG a cura di Cinzia Marcocchi
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